destionegiorno
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il certo di me non potrà mai essere rimango nell'incerto * 1° aprile 1958 * you don't know me ... (continua)
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e quando mi chiedesti amore con i baci
ero lì ai tuoi piedi tra le tue mani
pregando Dio di darmi ancora voce
in... leggi...
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sopravvissuto ai cieli sommersi
dei tuoi occhi
in compagnia di angeli hai vissuto
un sogno
non è il tuo mestiere copiare le rondini
sei nato falco
demone dalle ali scure
c'è troppa luce qui
dove s'incendia il tramonto respiro... leggi...
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venne il giorno delle grandi febbri
il sole oscurato all'orizzonte
nebbia azzurrina intorno
non ci furono presagi
né voci divine ma lei sapeva
di essere destinata
ad un cammino diverso
il vento soffiava nell'l'universo
l'alba... leggi...
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sospeso nell'azzurro di due occhi
marcisce nel profumo di mandorle amare
un impossibile amore
nello sguardo che accarezza l'io profondo
si rispecchia il demone
figlio di un desiderio senza forma e voce
tra riccioli d'oro cinge di seta i... leggi...
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dicono fosse l'ala di un angelo
ad offuscare l'alba
le ombre dipinte su nuvole basse
anime fuggite alla luce
mentre i suoni di un'antica abbazia
smorzavano nella buia mattina
il silenzio ebbe forma di falco
dicono che i tuoi occhi divennero... leggi...
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arrivò il giorno del silenzio profondo
ogni voce si spense ogni suono
il frinire delle cicale a mezzogiorno
le campane nel vespro della sera
si dimenticarono la voce della sirena
giù negli abissi senza luce
nel vorticare delle... leggi...
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sentivo il pulsare del sangue nelle vene
mentre la luce moriva lentamente
là dove l'oscurità prendeva forma
c'era nell'aria odor di morte
lezzo alle narici
dove il limite
dell'uomo ha i suoi confini
era lì che ti trovavo... leggi...
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era un dì di festa
e la papessa assisa
sulla sedia della santa curia
lo sguardo altrove posava
c'erano bimbi che... leggi...
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era un ladrone come ce ne sono tanti
su quella croce a fargli compagnia
erano tre e Lui in mezzo figlio di Dio
i polsi affissi sopra il duro legno
di stoffa svolazzante un lembo
nel vento che trafigge le loro gambe
il coro della gente... una sola... leggi...
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ero ancora tra piume di cristallo
a guardare il cielo incandescente
riflettere il colore tra le onde
immaginare angeli... leggi...
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e fui di nuovo
esile farfalla tra le infuocate dune
dei ricordi ali rinforzate
dai litigi e occhi sempre
vuoti... in... leggi...
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e c'erano ancora demoni
sulla scia di un passato che cercavi
di cancellare
nelle ombre dei fantasmi
in controluce
li... leggi...
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l'angelo rimase accovacciato
all'angolo più buio del paradiso
le ali come un velo già oscurato
coprivano... leggi...
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il profumo di una rosa
aleggiava dentro il sogno
schiariva il profilo del suo viso
mentre gli occhi aprivo
l'angelo era... leggi...
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il sole scaldava le spalle
filtrato tra onde di grano
lo sguardo copriva con mano
accecato da un raggio invadente
c'era... leggi...
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come un guerriero antico ho cavalcato
verso l'orizzonte e verso l'ignoto
che nella vita avevo solo immaginato
raccolto... leggi...
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lui ti dimenticherà - così è scritto nelle stelle, così io dico -
lo sciamano recitò... leggi...
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lui ascoltò la musica e il canto
travolgergli i pensieri
impossessarsi dei ricordi
e i sogni presero vita
ali di... leggi...
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e... mentre Lui tra i ladroni prendeva posto
lavasti le tue mani due tre volte
per cancellare l'odore della... leggi...
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distesa sulla rena con l'acqua che lambiva i piedi
ti ho trovata
conchiglie nelle mani e tra i capelli
eri una dea
il... leggi...
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Frammenti di storia
La storia raccontata in versi (19 poesie)
giornata di bonaccia
sul ponte gli alisei battevano la fiacca
in cambusa gli uomini
con il morale basso
disperavano per nuovo attracco
Colombo capitano genovese puro
scrutava l'orizzonte col canocchiale d'oro
la bruma all'infinito il giorno
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era un ladrone come ce ne sono tanti
su quella croce a fargli compagnia
erano tre e Lui in mezzo figlio di Dio
i polsi affissi sopra il duro legno
di stoffa svolazzante un lembo
nel vento che trafigge le loro gambe
il coro della gente... una sola
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scorreva lento il fiume
e sulla sua cresta volava il vento
foriero di tristezza
avida la mano della notte
tutto ghermiva a cominciar
dall'ombra che cauta
discendeva l'onda
e nel bagliore delle fiamme in cielo
il crepitar di tuono
il pianto di
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nel bianco dell'argilla
splendeva al sole
un altro giorno
prima dell'ultima partita
l'estate sembrava finita
la guerra nell'attesa
aveva fatto i conti con la calura
le mosche
arrovelavano i pensieri
sommessa
la voce di un patriottico
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la corda scricchiola
sopra le ossa
sega i polsi brucia la carne
il boia attende scava la fossa
il freddo penetra la pelle sottile
le vene bluastre tinge di viola
non posso fermar la tortura
la passeggiata fino alla forca
lui
viaggia sul cassero
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reliquia consacrata dalla gente
salvata da incendi dolosi
mistero che attraverso mille fedi
racconta di un dolore troppo grande
firma la sua storia con il sangue
lenzuolo sacro lino di altri tempi
che dai templari arriva a noi
foto dipinta
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e... mentre Lui tra i ladroni prendeva posto
lavasti le tue mani due tre volte
per cancellare l'odore della
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no, nun te sbajji è Roma che pija foco
er boato è solo n'artro scoppio de petardo
o forse so sassate che hanno
rotto le vetrine giù al Corso
sanpietrini so volati
nubi nere verso er cielo
sembra de esse in guera
n'artra
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ci saranno fuoco e fiamme oltre le mura di Gerusalemme
pioveranno frecce e il sacro suolo risuonerà di morte
ferro e sangue gronderanno le cotte
al sole di un terreno senza Dio ed oltre
muto il silenzio tra le dune
quell'odore acre di cenere
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 | marciavano sotto il sole
al limite del deserto
uomini dalla pelle dura
destinazione
la porta del vento
ai confini dell'impero
lungo le sue strade
fatte di sabbia e sete
impavidi guerrieri
rosse le stoffe infuocate
all'orizzonte
centurie
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| venne il giorno delle grandi febbri
il sole oscurato all'orizzonte
nebbia azzurrina intorno
non ci furono presagi
né voci divine ma lei sapeva
di essere destinata
ad un cammino diverso
il vento soffiava nell'l'universo
l'alba
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| e quando il gallo canterà mi rinnegherai
tu che della chiesa sarai la prima pietra
ecco il vero traditore del Signore
non quel Giuda Iscariota che alla gogna
fu messo dalla storia lui che ubbidì
ad un disegno divino s'impiccò
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| sopra quei silenzi
ogni parola grondava sangue
rappreso e denso
su quei muri di grisaglia antico
ombre disperate nella
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| era un dì di festa
e la papessa assisa
sulla sedia della santa curia
lo sguardo altrove posava
c'erano bimbi che
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| credere all'astratto
non era semplice affatto
Gesù spiegava ogni cosa
la voce bassa e roca
le mani ferme
sembravano ali bianche
su quella folla di esseri umani
sulla collina dello Getsemani
l'ultima cena ammetto
non era stata di mio
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